Storie, temi, articoli, poesie, pensieri degli alunni della Prima I della "Monterisi" di Salerno
giovedì 11 giugno 2020
venerdì 5 giugno 2020
LA NATURA... SECONDO ME
POESIA
Natura bella e vasta
Rovinata da petrolio e plastica,
Prati verdi e cieli blu
Rovinati dagli uomini quaggiù.
Bambini che correvano insieme felici
Ora sono soli ed infelici;
L’uomo mari e prati ha rovinato
E un’intera generazione ha condannato.
È troppo tardi per rimediare
Ma una soluzione si può trovare,
Armati di telefono e mantello
Salviamo questo mondo e rendiamolo più bello.
Non sarà facile salvare la natura
Ma supereroi dobbiamo essere per sfuggire ad ogni sventura.
HAIKU
L’oceano è blu.
La nave al porto attracca.
L’ acqua adesso è nera.
Il prato era verde.
Più non lo è adesso,
fermeremo mai l’inquinamento?
Dalle fabbriche il fumo esce.
Il caldo a dismisura aumenta
E dei ghiacciai solo l’ombra resta.
LETTERA DALLA NATURA
Cara persona che stai leggendo questa lettera, sono la natura e sto scrivendo a fatica; sono malata, ma non malata come voi umani che tossite o altro, malata nell’unico modo in cui mi posso ammalare: “l’inquinamento”.
Non è uno scherzo quello che ti sto dicendo, ogni giorno soffoco dalla tanta plastica e dalla sporcizia lasciata da te, essere umano; mozziconi di sigaretta, chewing-gum, bottiglie di vetro rotte e tutti i rifiuti possibili ed immaginabili. L’aria è piena di smog che sommato al fumo che esce dalle fabbriche causa l’aumento delle temperature, facendo sciogliere quella parte ghiacciata di me; ma voi non ci pensate alle creature che vivono lì, che non avranno più una casa? Pensate solo a stare bene? (anche se non credo che vi faccia bene tutto questo smog). Mi fanno soffrire molte cose, i maltrattamenti degli animali; tenerli rinchiusi in una gabbia! Il mare, pieno non solo di plastica e altre sporcizie ma anche di petrolio. Gli animali che vengono uccisi per delle pellicce o per essere mangiati ogni giorno, animali che sono costretti da voi, essere umani, a fare dei cuccioli solo per produrre il latte. Io non dico di mangiarne ma di limitarne l’uso perché come voi non volete essere uccisi neanche gli animali, le piante, il mare e l’aria lo vogliono. IO invece vi aiuto costantemente producendo semi di ogni tipo, grazie a me avete la farina con cui fate il pane, la pizza; grazie a me avete frutta, verdura, tuberi e legumi in quantità, cibo sano, eppure riuscite a rovinare anche quelli cospargendoli di spray fertilizzanti e insetticidi; grazie a me avete le api che sono vitali per la vostra esistenza e cosa fate? Le eliminate, (anche se per sbaglio). Continuamente sento persone che si lamentano, persone che vogliono cambiare il pianeta, persone che parlano e parlano ma, non ci sono fatti sulle loro parole, persone che fanno il possibile per aiutarmi a vivere ma non sono abbastanza se c’è ancora chi crede che le bestie stiano bene dietro le sbarre e che mangiare carne ogni giorno sia un obbligo. Dovreste muovervi a curarmi, perché se muoio io morite anche voi.
Con disprezzo dalla Natura
(Irene Iannicella)
(Irene Iannicella)
martedì 12 maggio 2020
LA MIA FELICITA'
La felicità è un forte sentimento che non tutti provano: per molti equivale a qualcosa di irraggiungibile, per altri non esiste se non per piccoli attimi della nostra vita. La felicità si aspetta, si trova e si tiene stretta e, nel momento in cui la perdi, tutto il mondo ti crolla addosso.
Per me la felicità non si trova nelle cose materiali, bensì nelle piccole cose: sono proprio quelle a renderci felici.Crescendo e maturando ho capito che non bisogna dare per scontata la felicità perché c'è sempre qualcuno dietro l'angolo pronto a portarcela via.
Per esperienza personale racconto di aver perso più volte la felicità; mi piacerebbe soltanto avere la capacità di non affezionarmi troppo presto alle persone, perché poi sono proprio le mie aspettative a deludermi. Nonostante io sorrida sempre, dentro di me c'è una tempesta implacabile che nascondo sotto una debole maschera che a volte cade in frantumi. I momenti bui non li auguro a nessuno, ti prendono e ti rapiscono riducendoti a trovare la tua felicità nella solitudine.
Agli occhi degli altri la mia persona può sembrare molto superficiale, perché rido e scherzo sempre e non ho mai dato alle persone un'immagine di me triste o debole. Molte volte lo sono, ma ci sono anche momenti in cui sono felice, ed è quando considero la mia vita: sono circondata da persone che mi vogliono bene e a cui io voglio bene. Sono felice quando posso aiutare qualcuno, quando vedo spuntare il sorriso sul viso di qualcuno che ho reso felice.
Anche la natura mi rende molto felice: a volte mi fermo a osservare il mare, la sua grande infinita distesa fino all'orizzonte; ascoltare il suono delle onde che si frantumano sugli scogli, rompendo il silenzio che mi circonda, mi dà una sensazione di calma, facendomi quasi dimenticare tutti i problemi.
Ad oggi la mia felicità è stare con la mia famiglia e i miei amici. Trovo la mia felicità specialmente in una persona in particolare, che mi asciuga le lacrime quando piango e mi tira su quando cado, è la mia lampadina nel buio, il mio riparo quando piove. Le voglio molto bene e non so cosa farei se non mi fosse accanto.
(Simona Siano)
sabato 9 maggio 2020
IO SONO NOCE
Questo racconto partecipa all'edizione 2019/2020 del concorso
"Felice Tomasone" bandito dal Liceo Alfano I di Salerno.
IO
SONO NOCE
Quando
ho conosciuto Vittoria, avevo pochi giorni di vita. Ero nato su un albero molto
alto nel bel mezzo del territorio degli umani. Non so dirvi come fu che caddi:
forse fu la mia mamma a urtarmi o forse mi ero addormentato sul bordo del nido,
fatto sta che precipitai a terra. Per fortuna cadendo non mi feci male ma ero
spaventato e debole. Sentii delle voci umane che dicevano: - Vedi, è una
piccola gazza! E capii
che stavano parlando di me; dopo vidi una ragazza riccioluta che mi guardava
incuriosita e io in preda al terrore cercai di correre via ma caddi una seconda
volta. L’umana mi si avvicinò e con un lenzuolino cercò di prendermi, ma io,
avendo paura che mi volesse far del male, andai a finire in mezzo alla strada,
dove passavano dei grossi animali di metallo. Uno stava per schiacciarmi ma la
giovane umana riuscì a salvarmi. Ero ancora molto spaventato e cercavo di difendermi
con il mio piccolo becco ma lei non mi fece del male, anzi mi diede della carne
cruda e dopo avermi rifocillato cercò il mio nido ma la ricerca non andò a buon
fine. Allora la ragazza si rivolse alle altre umane e sentii che discutevano su
chi potesse ospitarmi nella propria casa, (non so cosa sia questa casa ma penso
sia un altro modo per dire nido). Fu allora che sentii per la prima volta il
nome della ragazza che mi aveva salvato: era Vittoria. Lei decise di portarmi
con sé a casa sua: costruì un nido con una scatola, vi pose un lenzuolino per
farmi dormire al calduccio, mi diede acqua e cibo e mi sussurrò che mi avrebbe
chiamato Noce, forse perché la mia testolina assomigliava alla forma di una
noce.
Piano
piano ogni timore sparì: nei giorni successivi io e Vittoria diventammo
inseparabili; quando lei era triste mi arrampicavo sulle sue spalle e la facevo
di nuovo sorridere e lei mi dava da mangiare ogni volta che pigolavo…confesso
che lo facevo spesso e lei si disperava se non riusciva a farmi calmare! Avevo capito che mi voleva bene, tanto che mi
permetteva anche di appollaiarmi sulla sua spalla per riscaldarmi tra i suoi
folti riccioli. Un giorno Vittoria mi portò fuori sul terrazzo come faceva spesso,
ma vidi che c’era una gabbietta la cui porticina era mantenuta aperta da un
gancetto per permettermi di entrare e uscire a mio piacimento. Vittoria aveva
la speranza che io imparassi presto a volare ma io non volevo ancora andarmene.
Ma un giorno... C’era un temporale accompagnato da un vento così forte che mi
afferrò e mi spazzò via lontano da Vittoria. Mi ritrovai solo circondato da
auto parcheggiate; ne usai una come riparo dal vento e dalla pioggia e intanto
pensavo a Vittoria. Stavo per arrendermi al fatto che non l’avrei mai più
rivista, soprattutto quando mi accorsi che un gatto mi fissava leccandosi i
baffi. Avevo il timore che mi avrebbe mangiato ma alla fine per fortuna non si
avvicinò. Nel mio cuore sentivo la speranza di ritrovare Vittoria e dopo sei
giorni, mentre frugavo n un bidone verde e puzzolente in cerca di cibo, la
vidi! Subito zampettai verso di lei che mi riempì di carezze e mi riportò
nuovamente a casa.
Qualche
giorno dopo mentre ero su una sbarra di metallo e ripensavo a quando il vento
mi aveva trascinatone nel mondo esterno, provavo una strana nostalgia per quei
momenti difficili in cui però avevo assaporato la libertà. Proprio in quel
momento Vittoria si sedette accanto a me e mi disse: -Voglio che tu stia con i
tuoi simili e voli libero, ho capito che vuoi ritornare là fuori. Noce ti
voglio bene perché grazie a te ho provato tante emozioni: la gioia di averti
salvato, il timore di averti perduto, la speranza di ritrovarti e la
determinazione di insegnarti a volare. Ora però devi andare…
Io guardai Vittoria e lei mi prese sulla sua mano, mi levò verso il
cielo e mi disse: - Vola libero, Noce!
Cercai di volare ma non ce la facevo, non lo avevo mai fatto davvero. E
mentre mi abbandonavo alla corrente incapace di fare qualsiasi cosa, sentivo di
dover trovare la forza per volare: mi occorreva la stessa determinazione di
Vittoria che fino a quel momento non si era mai arresa: mi aveva accolto nella
sua casa e allevato come suo pulcino, mi aveva curato quando aveva scoperto che
ero malato, e ora mi lasciava libero.
Guardai Vittoria per l’ultima volta e volai via… E ora sono fiero di dirvi che IO SONO
NOCE.
(Vittoria Pecoraro)
venerdì 8 maggio 2020
TUTTA COLPA DEL CORONAVIRUS
In questo periodo, a causa
dell’epidemia provocata da un virus chiamato “Coronavirus”, siamo costretti a
rimanere a casa.
In questo momento mi sono
accorto che molte cose che facevo le davo per scontate, mentre ora capisco che
queste cose bisogna godersele finché si può perché niente nella vita è scontato
oppure certo; in ogni caso niente ci è dovuto.
Io affrontavo, spesso, I
miei impegni giornalieri come il calcio, il taekwondo o le lezioni di
violino in maniera abitudinaria perché pensavo che nessuno mi avrebbe
potuto togliere le cose che mi piacevano. Capitava anche che, in alcuni
momenti, mi impegnavo poco perché davo per certa la mia convocazione in squadra
oppure l’iscrizione agli incontri di taekwondo. Questa epidemia ha portato
sicuramente tanti disastri e tragedie, ma ci ha fatto anche rendere conto che
tutto ciò che abbiamo e amiamo può esserci tolto da un momento all'altro.
L’ uomo ha capito, forse, di essere impotente di fronte a certe calamità. (Flavio Cesolini)
La noia non è l’unica cosa che
mi perseguita; l’ansia e la preoccupazione aumentano come i contagiati da
questa pandemia. Io, adolescente, attualmente penso di avere una doppia
personalità: da una parte sono la bambina insofferente che ha voglia di uscire
a tutti i costi senza pensare alle eventuali conseguenze e dall’altra parte
sono una dodicenne che ragiona come un adulto e crede che sia necessario
attendere con pazienza. Intanto riesco a rimanere in contatto con amici e
parenti grazie alle videochiamate, ai messaggi su Whatsapp e ai direct su
Instagram. Tutte le belle parole che ci diciamo tramite i cellulari spero di
poterle usare e sentirle di persona anche dopo questa “guerra”. (Vittoria
Sorrentino)
Per me
non è mai stato un problema stare in casa, anzi, io amo stare in casa, a parte
la scuola, io esco solo il sabato poiché durante la settimana anche se mi
pagassero, non scenderei, infatti dico sinceramente che questa quarantena non
ha cambiato molto per me. Invece per i miei genitori non è lo stesso, quando fa
caldo passano tutto il giorno fuori al balcone, e oramai fanno anche a gara a
chi deve andare a buttare la spazzatura, non vedono l’ora di scendere per fare
la spesa, ma soprattutto di poter tornare ad uscire quando vogliono. Invece mia
sorella la pensa come me.
Quando
proprio mi sale la noia, chiamo i miei amici e stiamo per un po’ a telefono
parlando di quello che stiamo facendo, di quando usciremo tutti insieme di
nuovo. Si, mi mancano i miei amici, mi manca uscire, ma insomma, detto fra noi,
quando ci ricapiterà di poter salvare il mondo stando a casa? (Alessia Trabucco)
In questi
giorni mi sono molto annoiato e per non cadere alla noia mi sono messo un po' a
giocare alla playstation, un po' a giocare con i gatti e un po' a fare
esperimenti con il cibo. Proprio ieri ho visto in televisione un programma nel
quale fanno vedere vari esperimenti e per uno di questi ho preso appunti. Il
conduttore del programma dice che mettendo un uovo in un bicchiere di chinotto
il miscuglio esplode, quindi ho subito preso un uovo e l’ho messo nel bicchiere e ho versato dentro il chinotto, il miscuglio non è esploso e allora ho
poggiato l bicchiere su un mobile e mi sono messo a vedere altri esperimenti,
però dopo qualche minuto ho sentito un forte botto e sono andato a vedere cosa
è successo. Ho visto tutti mobili sporchi di marrone e a qual punto sono andato
a vedere il miscuglio e ho trovato tutto il tavolo pieno di chinotto. Ero
felicissimo, l’esperimento era riuscito e così ho trascorso tutta la giornata a
vedere lo stesso programma per vedere altri esperimenti, ma anche pulendo i
mobili che avevo sporcato con il chinotto. (Cristian Santoro)
Io fortunatamente sono parte
di una famiglia numerosa e insieme riusciamo a trovare modi per far passare il
tempo… anche litigare aiuta.
Spesso, avendo una
cucina grande, gioco a ping pong con mio fratello Domenico,
ma ogni tanto deve intervenire mia madre altrimenti la pallina, balzando qua e
là, finirebbe per rompere qualcosa. Con mia sorella Maria, pasticcera di
casa, faccio qualche dolce: ieri, ad esempio, mi sono divertita a fare dei
biscotti devo dire davvero buoni.
Con mia sorella Anna faccio
tanti video divertenti, dove ci travestiamo e imitiamo altre persone.
Mia madre ha trovato la
ricetta della plastilina: ho fatto anche quella ed è stato davvero
divertente...
Io e papà, dato che non
possiamo uscire per fare una corsetta, facciamo su e giù per le scale del
condominio.
Insomma cerco in tutti i
modi di non annoiarmi e al momento ci sto riuscendo. (Linda
Esposito)
E’ da
tanti giorni che sono costretto a restare a casa con tutta la mia famiglia.
Sembra molto di più. E’ asfissiante.
Stando in
isolamento tra le quattro mura di casa, ho imparato ad apprezzare cose che
prima, magari, mi passavano sotto gli occhi senza che me ne accorgessi, come
gli inviti della mia famiglia a fare una passeggiata, che io accettavo ma
allora non sapevo quanto ora mi sarebbero mancate quelle uscite. Forse avevo
dato per scontata anche la scuola, non solo per l’aspetto formativo ma soprattutto
per la socializzazione “dal vivo” con i miei compagni di classe, il confronto
umano con loro, la possibilità di crescere in tutti i suoi aspetti.
Mi manca
riabbracciare un’altra parte della mia famiglia, che si trova in un'altra
provincia della Campania, mi manca il rumore del mare ed il suo odore, che
prima quando uscivo di casa per andare a scuola sentivo sempre; mi manca il
sole che batte sul viso...
La mia
vita ha subito un grosso cambiamento con questa epidemia, però ci sono anche
aspetti positivi, come il tempo che ho ritrovato per leggere un libro, per
parlare con la mia famiglia e ritrovarmi la sera a giocare con loro e la mia
sorellina di 5 mesi. A dire la verità, ho imparato a scaldarle il latte ed
a cambiarla proprio come un vero baby-sitter affidabile. (Antonio Ciciretti)
All’inizio
stare a casa mi era piaciuto, ma dopo un po' ho cominciato a sentire la
mancanza fisica dei miei compagni. Mi mancano per tantissimi motivi: mi manca
sentire le loro battute, le loro litigate e le loro risate. I sabati sera,
anche quelli mi mancano: li passavo sempre con i miei amici e ci divertivamo un
sacco a prenderci in giro.
Ma per me
la cosa più brutta è non poter andare in Ucraina. Lì ci sono i miei nonni, i
miei zii e tutti i miei cugini e mi rattrista molto sapere che possano esser
colpiti dal Coronavirus. Ormai tutte le estati vado da loro e mi diverto
moltissimo, ma quest’ anno penso che non sarà possibile. Nonostante ciò cerco
sempre di sentirli con videochiamate e messaggi scritti e vocali. Come se non
bastasse, la maggior parte delle giornate sono state soleggiate e il mare era
sempre calmissimo: se non ci fosse stata la quarantena, io me lo sarei proprio
fatto, un bagno! (Kristina Oleinikova)
Iscriviti a:
Post (Atom)